Casa del Mantegna
via Acerbi 47
46100 Mantova
tel. 0376 360506

   

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4 marzo 2005 - 17 aprile 2005

Orari:

tutti i giorni 10-13/15-19
lunedì chiuso

Ingresso:
gratuito 

Info e prenotazione:

0376 360506 casadelmantegna@provincia.mantova.it

Conferenze:


Arte Festival è una manifestazione intesa a porre in sintonia l'arte e la scienza, alla ricerca di una sintesi, che il secolo appena passato aveva abbozzato, e che oggi sembra avviarsi a una felice conclusione. Scopriamo sempre più che esiste tanta immaginazione in una grande teoria scientifica, quanta logica in una grande opera d'arte, e che la natura e la cultura sono le due facce di una stessa moneta. Si è pensato necessario affiancare alle prestigiose mostre della manifestazione, un piccolo ciclo di conferenze, coordinate da Giorgio Celli, intese, per l'appunto, a mettere in luce le zone nevralgiche e i punti di osmosi tra la creatività scientifica e quella artistica, risalendo alle origini prime del gesto pittorico, in cui la macchia di colore di uno scimpanzé e il "dripping" di Jackson Pollock si fanno l'occhiolino. Oppure, con lo sguardo rivolto alle avanguardie del Novecento, si è voluto porre in luce le metamorfosi del concetto di astrazione tra arte e scienza, o infine, valutare quanto l'attività del pensiero turbato somigli, o differisca, dalla produttività estetica in senso proprio. L'ipotesi generale resta quella che la bellezza, nell'arte e nella scienza, è la via maestra per la verità. 

Ciclo di conferenze "Arte e scienza: in nome di Leonardo" 

lunedì 28 febbraio 2005 ore 11.30 Saletta Norlenghi Conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa con Stefano Scansani, Eristeo Banali, Roberto Pedrazzoli, Francesco Martani 

venerdì 4 marzo 2005 ore 17.30 Palazzo della Ragione 
Enzo Tiezzi e Giorgio Celli 
IL BELLO NELLA SCIENZA 
Al prof. Tiezzi sarà conferito il premio "Per l'arte e la scienza" 

venerdì 11 marzo 2005 ore 17.30 Casa del Mantegna 
Giorgio Celli e Vittorio Andreoli 
ARTE E FOLLIA 

venerdì 18 marzo 2005 ore 17.30 Casa del Mantegna 
Giorgio Celli e Martina Corgnati 
DALLE SCIMMIE PITTRICI A POLLOCK 

venerdì 1 aprile 2005 ore 17.30 Casa del Mantegna 
Giorgio Celli e Claudio Cerritelli Rappresentazione e astrazione nella scienza e nell'arte.


Casa del Mantegna

Atmosfere del '900
Tradizione e avanguardia nelle opere della collezione Cà La Ghironda


a cura di Claudio Cerritelli

 

"Atmosfere del '900" è una mostra costruita attraverso una scelta tra le più significative opere appartenenti alla Collezione di Arte Contemporanea di Cà La Ghironda, realizzata grazie alla lungimiranza e all'appassionata attività di Francesco Martani. Si tratta di un affascinante viaggio tra le forme artistiche del '900 attraverso una panoramica in grado di osservare lo sviluppo dell'arte contemporanea attraverso le sue più significative tendenze: dall'Astrattismo al Realismo, dalla Metafisica al Surrealismo, dall'Informale allo Spazialismo, dalla Pop Art alla Poesia visiva, dall'Arte Concettuale alla Pittura Aniconica, dall'Arte Povera alla Transavanguardia. Ne risulta un confronto stimolante tra le diverse concezioni artistiche in grado di comunicare al pubblico quel senso di continua metamorfosi espressiva che è uno dei caratteri fondamentali dell'arte contemporanea. L'allestimento delle opere consente di ricreare nelle suggestive sale della Casa del Mantegna altrettante "atmosfere creative" dedicate volta per volta ai più rilevanti problemi di ricerca della cultura artistica del XX secolo, sospesa tra il riferimento alla tradizione (con i relativi generi: paesaggio, natura morta, ritratto) e l'invenzione di differenti prospettive di ricer- ca, dalla continuità con le tecniche del passato fino al nuovo uso dei materieali che imprime alla pittura un intenso slancio creativo. Nel percorso di circa 150 opere si incontrano gli artisti fondamentali della storia dell'arte del '900 tra i quali spiccano i nomi di Picasso, Carrà, De Chirico, Morandi, Balla, Depero, Severini, Magnelli, Sironi, Magritte, Chagall, Klee, Mondrain, Arp, Leger, Grosz, Mirò, Vasarely, Bill, Licini, Veronesi, Bacon, Appel, Tapies, Burri, Fontana, Capogrossi, Afro, Dorazio, Hartung, De Kooning, Mathieu, Appel, Jorn, Bogard, Matta, Sanfilippo, Scanavino, Vedova, Novelli, Tancredi, Riopelle, Sutherland, Manzoni, Castellani, Colombo, Colla, Scarpitta, Klein, Warhol, Rotella, Tilson, Christo, Kounellis, Pistoletto, Kounellis, Boetti, Merz, De Dominicis, Chia, Clemente, Cucchi, De Maria, Paladino, Lupertz, Kostaby, Kiefer, Haring. Oltre a documentare questo complesso percorso internazionale del '900 la mostra propone una riflessione sulla funzione del collezionismo contemporaneo, spesso in grado - come nel caso di Francesco Martani - di svolgere una importante funzione culturale, ma anche di esprimere il piacere di scegliere un ampio ventaglio di opere attraverso un vivo rapporto con artisti, critici, mercanti e galleristi. Senza il vincolo di seguire una tendenza o un orientamento ben delineato le opere di questa straordinaria collezione indicano un sistema culturale aperto alle diverse concezioni e alle molteplici mutazioni espressive del '900, secolo di grandi esperimenti e di intensi dibattiti sui processi creativi legati e sulle idee legate alla tradizione del nuovo. La mostra è accompagnata da un catalogo (Edizioni Casa del Mantegna) delle opere esposte introdotto da un saggio storico- critico di Claudio Cerritelli (docente di Storia dell'Arte a Brera), una raccolta di scritti degli artisti e relative notizie biografiche. 



Palazzo della Ragione

Francesco Martani
l'artista, l'arte, la scienza

a cura di Giorgio Celli, Martina Corganti

Vengono presentate oltre cento opere pittoriche, eseguite dal 1946 ad oggi, che ricostruiscono l'intero percorso dell'artista (nato a Mantova nel 1931 e cresciuto sulle rive del Po, a Mirasole e San Benedetto Po, dove frequenta le scuole medie), dai primi paesaggi padani alle esuberanti Morfologie e paesaggi informali dipinti nell'ultimo ventennio, fino ai corpi, gli animali, nature morte e oggetti che costellano il percorso dell'artista, come un'imprescindibile esigenza di confronto con la verità e con la forma delle cose, oltre che l'occasione di esercitare uno stile differente, senza dubbio meno "espansivo" ma più puntuale e calzante. Molte delle opere qui presentate, a parte alcune indiscusse "pietre miliari" sono state esposte raramente nelle numerose mostre antologiche e personali dedicate all'artista: per esempio le Dismorfie e Riflessi degli anni Novanta, oppure la sorprendente serie dei collages del 2000, che rivela interessi e aperture verso il mondo Pop e il decollage alla Rotella, senza però mai perdere la tensione sperimentale e la libertà inventiva tipica dell'artista, che spesso interviene sull'immagine readymade con accenti addirittura dichiaratamente ironici. La mostra propone quindi un punto di vista nuovo sulla produzione di Martani e sul suo mondo espressivo, di cui tutta la critica ha concordemente sottolineato la ricchezza, complessità e originalità, sostenuta da una personalità forte e polivalente, dalle sue qualità di uomo di scienza (Francesco Martani è oltretutto un celebre chirurgo), dalla sua apertura e curiosità verso tutti i campi del sapere e le sottigliezze della visione. La mostra sarà accompagnata da un catalogo, edito da Publi Paolini con la riproduzione di tutte le opere esposte, e i testi dei curatori: Giorgio Celli si è rivolto in particolare alle relazioni fra l'artista e lo scienziato, Martina Corgnati ha preso in considerazione l'evoluzione del percorso creativo di Martani. 

FRANCESCO MARTANI 

nasce come pittore copiando i classici e dipingendo figure del mondo rurale. Dal 1948 al 1952 frequenta a Mantova il liceo e la scuola di disegno del professor Tegon. Nell'autunno 1952 si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Bologna e frequenta la scuola di disegno anatomico dell'Istituto Rizzoli. Non abbandona però mai la tavolozza e continua a dipingere paesaggi, ritratti di contadini e nature morte. Nel periodo universitario dipinge molti scorci della città che diventerà la sua per adozione. Conseguita la laurea, per scopi scientifici e artistici fa lunghi soggiorni a Ginevra, Parigi e negli Stati Unito (1958). In questo periodo nascono le prime opere informali, che ben si differenziano dal precedente espressionismo naturalistico. Vive e lavora a Bologna ma dipinge in qualsiasi paese del mondo venga a trovarsi. Dal 1973 al 2003 ha allestito 123 mostre personali in Italia e ha partecipato a 105 mostre collettive, in Italia e all'estero. Sul suo lavoro sono state pubblicate oltre venti monografie. Hanno scritto di lui, fra gli altri, Abate, Accame, Argan, Aspesi, Auregli, Azzolini, Baccilieri, Bandini, Basile, Battaglia, Bech, Belardi, Bellasi, Bellotti, Bonfiglioli, Caramel, Caroli, Celli, Cerritelli, De Grandi, Dehò, Di Genova, Di Martino, Dorfles, Gorni, Gualdoni, Levi, Menna, Paloscia, Pepper, Ricci, Rotella, Sala, Sanesi, Scalise, Solmi, Toniato, Trini. 

 




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